Lo denunciavano da tempo molti cittadini. Alcuni di loro già feriti. Come Ester Quintana che, alla manifestazione dello scorso 14 novembre a Barcellona, ci ha perfino rimesso un occhio. Durante le cariche dei Mossos d’esquadra è stata colpita da una pallottola di gomma che le ha spezzato il nervo ottico, come racconta in un video al quotidiano El País. Ma la polizia iberica ha sempre smentito. Adesso però, per la prima volta, l’accusa è arrivata dagli stessi membri delle forze dell’ordine. “Se continuate così rischiamo di essere tacciati come polizia franchista”, hanno detto. Il sindacato unificato della polizia spagnola (Sup) ha infatti mandato una dura lettera di denuncia al ministro degli Interni (qui), Jorge Fernández Díaz. Tutto dopo l’ennesimo incidente. Stavolta nel corso di un allenamento nel centro militare di Linares, in Andalusia.
L’esercitazione, riservata agli agenti antisommossa, è terminata con otto poliziotti feriti e tre scudi rotti a causa dell’impatto delle pallottole di gomma sparate a distanza ravvicinata. Mentre gli amici di Ester hanno lanciato una campagna di solidarietà “Ojo con tu ojo”(Attenzione al tuo occhio) e hanno aperto un conto corrente per aiutare la donna nelle spese mediche, il Sup ha deciso di rompere il silenzio e raccontare quello che è successo nel centro militare: il capo dell’Unità d’intervento della polizia (Uip) José María Igusquiza “ha dato disposizione di violare il protocollo e, invece che a terra, sparare direttamente agli scudi di protezione in modo che in futuro lo si faccia sui cittadini”. Il risultato è stato documentato con una serie di fotografie inviate agli Interni insieme alla denuncia: otto agenti feriti al ginocchio, all’occhio e ai testicoli. Per l’associazione di categoria si tratta di una “follia che vuole imporre pratiche illegali e pericolose, che potrebbero non solo procurare gravi lesioni fisiche ai cittadini, ma anche disonorare l’intero Corpo nazionale della polizia”.
Nella lettera il Sup accusa chiaramente il governo, il ministro Fernández Díaz, il direttore generale della polizia Ignacio Cosidó e altri vertici militari: “Volete che la Spagna abbia un morto sulla coscienza per distrarre l’attenzione e giustificare comportamenti più aggressivi verso chi manifesta contro di voi?”. La versione della Direzione generale della Polizia però è stata un’altra. Nell’esercitazione, secondo un portavoce, gli agenti non stavano facendo pratica su come sparare ai manifestanti in strada, ma come proteggersi da pietre o altri oggetti contundenti che si lanciano durante le concentrazioni. “Si tratta di un test di difesa che facciamo da sempre. Non c’è nulla di nuovo”, hanno precisato. Fatto sta che uno degli otto agenti feriti è stato trasportato d’urgenza in ospedale, proprio a causa degli spari ravvicinati. E la relazione del sindacato spiega il motivo: ai poliziotti è stato ordinato di posizionarsi uno di fronte all’altro a una distanza di 30 metri e di aprire il fuoco, anche se la procedura raccomanda una distanza minima di 50 metri e un primo rimbalzo a terra dei proiettili di gomma. L’esercitazione è stata sospesa solo quando il capo del dipartimento si è reso conto degli agenti feriti.